Il 13 settembre 2002, la Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle
Mine (ICBL), Premio Nobel per la Pace nel 1997, ha presentato il quarto rapporto
annuale (923 pagine) dell'iniziativa Landmine Monitor, il Landmine
Monitor Report 2002: Verso un mondo senza mine. Si tratta del rapporto
più completo sulla situazione globale delle mine, con informazioni su
tutti i paesi del mondo relative all'utilizzo, la produzione, il commercio, lo
stoccaggio delle mine, lo sminamento umanitario, l'educazione sui rischi
relativi alle mine e l'assistenza ai sopravvissuti.
Landmine Monitor è un'iniziativa senza precedenti della ICBL
per monitorare l'attuazione del Trattato per la Messa al Bando delle Mine del
1997 e il suo rispetto e, più in generale, per valutare i tentativi della
comunità internazionale per risolvere il problema delle mine terrestri.
Il Landmine Monitor Report 2002 analizza il periodo che va dal maggio
2001 alla metà del 2002. Ma fornisce anche gli elementi per valutare i
progressi ottenuti nei cinque anni trascorsi dal momento delle trattative del
Trattato per la Messa al Bando delle Mine a Oslo, nel settembre 1997, e della
prima firma a Ottawa, nel dicembre dello stesso anno.
Dalle abbondanti informazioni del rapporto risulta estremamente chiaro che il
Trattato per la Messa al Bando delle Mine e il movimento di messa al bando
più in generale stanno facendo notevoli progressi sulla via
dell'eliminazione delle mine antipersona e della salvezza di vite e di arti in
tutte le regioni del mondo. I progressi sono dimostrati dai seguenti fatti.
Diffuso rifiuto internazionale di qualsiasi utilizzo o possesso di mine
antipersona. Gli Stati Parte del Trattato per la Messa al Bando delle Mine
sono 125; altri 18 hanno già firmato, ma non ancora non hanno ratificato
l'accordo. In tutto rappresentano i tre quarti delle nazioni del mondo.
Dall'ultimo rapporto di Landmine Monitor, si sono uniti al Trattato per la Messa
al Bando delle Mine otto paesi, di cui tre che hanno recentemente utilizzato le
mine antipersona, ma ora le rifiutano (Angola, Eritrea e Repubblica Democratica
del Congo), e delle nazioni importanti a livello regionale come la Nigeria e il
Cile.
Sospensione dell'utilizzo delle mine in paesi importanti. Dal maggio
2001, nove governi hanno usato le mine antipersona. Nel periodo relativo al
precedente rapporto, ne erano stati identificati 13. In molti paesi, come
l'Angola (nessun uso di mine dall'accordo di pace dell'aprile 2002), l'Eritrea e
l'Etiopia (nessun utilizzo dalla fine del conflitto di confine nel giugno 2000)
e lo Sri Lanka (nessun utilizzo del cessate il fuoco del dicembre 2001),
l'utilizzo delle mine, ultimamente molto diffuso, è stato almeno
temporaneamente sospeso. Inoltre, in antitesi con il periodo relativo al
rapporto precedente, Landmine Monitor non ha registrato nessun nuovo utilizzo di
mine da parte dei governi della Repubblica Democratica del Congo, di Israele e
del Kirghisistan, e dei ribelli di base in Angola, nella ex Repubblica iugoslava
di Macedonia, in Senegal, Sri Lanka e Uganda.
Sensazionali diminuzioni degli arsenali di mine antipersona.
Più di 34 milioni di mine antipersona, di cui circa sette milioni
durante il periodo relativo a questo rapporto, sono state distrutte da 61 stati.
Trentatre Stati Parte del Trattato per la Messa al Bando delle Mine hanno
completato la distruzione dei loro arsenali di mine antipersona, di cui sei
durante il periodo relativo al rapporto (Repubblica Ceca, Ecuador, Perù,
Svezia, Albania e Yemen).
Diminuzione di nuove vittime delle mine antipersona. La ricerca
sempre più dettagliata di Landmine Monitor sulle vittime delle mine
antipersona ha confermato il risultato principale già annunciato l'anno
scorso: la vecchia cifra comunemente usata di 26.000 nuove vittime delle mine
ogni anno non è più valida. Nel 2001, Landmine Monitor ha
identificato 7.987 nuovi feriti da mine terrestri e ordigni inesplosi e 8.064
nel 2000. Tenendo conto della mancanza di rapporti affidabili in alcuni paesi e
dei rapporti sulle vittime per difetto in molti altri paesi, Landmine Monitor
calcola che il numero di nuove vittime di mine/ordigni inesplosi sia ora da
situare tra 15.000 e 20.000 all'anno.
Ampliamento dei programmi d'azione relativi alle mine. Nell'ultimo
decennio, il finanziamento di mine action è stato di 1,4 miliardi
di dollari, di cui 700 milioni negli ultimi tre anni. Negli ultimi anni, i
programmi per la bonifica, l'educazione sui rischi relativi alle mine e
l'assistenza ai sopravvissuti sono stati ampliati ed è stata presa
l'importante iniziativa di approfondire la ricerca sull'impatto delle mine. Nel
periodo relativo al rapporto, sono state effettuate delle operazioni di
sminamento in 74 dei 90 paesi minati. Nel 2001, sono stati aperti in dieci paesi
dei programmi di educazione sui rischi relativi alle mine. La prima indagine
sull'impatto delle mine è stata portata a termine nel luglio 2000; da
allora, ne sono state completate altre cinque e otto sono in corso o
programmate.
Diminuzione della produzione e del commercio. Il numero di produttori
di mine antipersona è sceso da 55 a 14. Dei 14 paesi ancora considerati
come attivi produttori da Landmine Monitor, almeno in tre (Egitto, Corea del Sud
e Stati Uniti) non è stata riferita alcuna produzione. Dalla metà
degli anni '90, il commercio globale di mine antipersona è stato ridotto
ad un numero esiguo di transazioni illecite o nascoste.
Le
Principali preoccupazioni che emergono dal Landmine Monitor Report
2002
Le massicce operazioni di collocamento di mine da parte di India e
Pakistan probabilmente faranno sì che il numero di mine collocate
sarà superiore a quello del periodo relativo al precedente rapporto.
Dalla fine di dicembre 2001, l'India e il Pakistan hanno collocato enormi
quantitativi di mine lungo il loro confine comune. Si tratta della più
grande operazione di collocamento di mine mai effettuata nel mondo dal 1997,
anche se i dettagli sono scarsi a causa del segreto militare e dalla mancanza di
accesso alle aree interessate.
Nel 2001, i finanziamenti per le azioni relative alle mine sono rimasti
invariati – per la prima volta dal 1992 non è stato registrato
un aumento significativo. Landmine Monitor ha calcolato 237 milioni di dollari
di finanziamenti della mine action, una diminuzione di circa 4 milioni di
dollari rispetto al 2000. Gli Stati Uniti sono ancora i maggiori donatori, ma il
loro finanziamento è sceso a 13,2 milioni di dollari. Dei 20 donatori
principali, nove hanno aumentato i finanziamenti nel 2001, mentre undici li
hanno diminuiti.
È sempre più evidente che ai livelli attuali di
finanziamento in favore della mine action, molti Stati Parte minati non
rispetteranno la scadenza dei dieci anni per il completamento della
bonifica.
Ulteriori importanti conclusioni del Landmine
Monitor Report 2002
La ricerca di Landmine Monitor indica che 90 paesi sono in qualche modo
affetti dalle mine terrestri e/o dagli ordigni inesplosi.
La ricerca di Landmine Monitor indica che nel 2001 ci sono state nuove
vittime delle mine e degli ordigni inesplosi in 69 paesi, rispetto ai 70 del
2000. La maggior parte di questi paesi (46) non era in guerra. Il numero
maggiore di nuove vittime riportate in questo periodo sembra essere in
Afghanistan, Russia (Cecenia), Cambogia, Angola, Nepal, India, Iraq del Nord e
probabilmente Birmania. Un numero significativo di nuove vittime si trova anche
in Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan
e probabilmente Vietnam.
Le indagini sull'impatto delle mine sono state portate a termine in
Cambogia, Ciad, Mozambico, Tailandia, Yemen e Kosovo. Altre indagini sono in
corso o programmate in Afghanistan, Azerbaigian, Bosnia Erzegovina, Eritrea,
Etiopia, Libano, Somalia (Somaliland) e Vietnam.
Nel periodo relativo al rapporto, i seguenti paesi, che non fanno parte
del Trattato per la Messa al Bando delle Mine, hanno ammesso di aver usato le
mine antipersona: Birmania (Myanmar), India, Pakistan, Russia e Sri Lanka.
Fonti credibili hanno indicato che i seguenti paesi non firmatari hanno usato
mine antipersona: Georgia, Nepal e Somalia. L'Angola, ancora firmataria nel
2001, ha ammesso l'uso di mine antipersona.
Un funzionario del Ministero della Difesa della Georgia ha dichiarato a
Landmine Monitor che nel 2001 le Forze Armate della Georgia hanno collocato mine
antipersona in diversi passi della gola di Kodori (al confine con l'Abkhasia),
fatto riportato anche dai media e che rappresenterebbe la fine della
moratoria ufficiale della Georgia all'utilizzo delle mine antipersona,
valida dal settembre 1996. Tuttavia, il Ministero degli Esteri della Georgia
ha negato qualsiasi uso di mine antipersona. Per la prima volta negli ultimi
anni, le autorità dell'Abkhasia hanno riconosciuto l'utilizzo di mine
antipersona.
Nel periodo relativo al rapporto, è stato riferito l'utilizzo di
mine antipersona da parte dei gruppi di opposizione in almeno 14 paesi. Nel
periodo relativo al precedente rapporto, l'utilizzo di mine da parte di attori
non governativi si era verificato in 18 paesi.
In Afghanistan, negli scontri successivi all'11 settembre, è stato
riferito un utilizzo limitato di mine e di trappole da parte dei combattenti
talebani e di Al-Qaida e dell'Alleanza del Nord. I Talebani avevano
precedentemente dichiarato di aver posto fine all'utilizzo di mine nel 1998,
anche se persistevano alcune allegazioni. Non ci sono stati esempi di utilizzo
di mine antipersona da parte degli Stati Uniti o delle forze della coalizione.
Per la prima volta dalla sua creazione, Landmine Monitor ha avuto la
prova di trasferimenti significativi di mine antipersona dall'Iran, che
aveva preteso di aver istituito una moratoria alle esportazioni di mine
antipersona nel 1997. Le organizzazioni di sminamento in Afghanistan stanno
trovando molte centinaia di mine antipersona YM-I e YM-I-B fabbricate in Iran,
datate 1999 e 2000, probabilmente collocate dalle forze dell'Alleanza del Nord
negli ultimi anni. Inoltre, nel gennaio 2002, Israele ha sequestrato una nave e
ha riferito che trasportava 311 mine antipersona YM-I; Israele ha dichiarato che
la nave proveniva dall'Iran ed era diretta in Palestina.
Landmine Monitor calcola che ci siano circa 230 milioni di mine
antipersona negli arsenali di 94 paesi: i più grandi sarebbero quelli
della Cina (110 milioni), della Russia (60-70 milioni), degli Stati Uniti (11,2
milioni), dell'Ucraina (6,4 milioni), del Pakistan (6 milioni), dell'India (4-5
milioni) e della Bielorussia (4,5 milioni).
Trentatre Stati Parte del Trattato per la Messa al Bando delle Mine hanno
completamente distrutto le riserve di mine antipersona, e altri 22 le stanno
distruggendo. Diciassette Stati Parte con arsenali devono ancora cominciarne la
distruzione che, per ogni nazione, deve essere portata a termine entro quattro
anni dall'entrata in vigore del trattato. La data di scadenza per molti paesi
è il 2003.
Anche se le Nazioni Unite registrano l'adesione al Trattato per la Messa al
Bando delle Mine del Tagikistan al 12 ottobre 1999, non è chiaro se il
Tagikistan si consideri come uno Stato Parte formalmente vincolato dal trattato
stesso. L'ONU, in diverse occasioni nel 2001 e nel 2002, ha indicato di non
ritenere che il paese avesse completato tutte le procedure necessarie. Il
Tagikistan non ha soddisfatto i requisiti del Trattato per la Messa al Bando
delle Mine come la presentazione dei rapporti di trasparenza e l'adozione
delle misure di attuazione a livello nazionale. Non ha iniziato né
programmato la distruzione delle riserve. Ancora peggio, le forze russe hanno
collocato delle mine antipersona all'interno del Tagikistan, apparentemente con
il consenso del governo.
Per questo rapporto denominato Landmine
Monitor , 115 ricercatori in 90 paesi hanno sistematicamente raccolto e
analizzato le informazioni provenienti da diverse fonti. Il documento include
anche degli allegati con i rapporti degli agenti principali del movimento di
messa al bando delle mine, come le agenzie delle Nazioni Unite, le
organizzazioni regionali, il Comitato Internazionale della Croce Rossa, il
Survey Action Center e il Geneva International Center for Humanitarian Demining
(Centro internazionale di Ginevra per lo sminamento umanitario).
Nel 1997, la ICBL ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il lavoro
svolto nel tentativo di eliminare le mine. L'iniziativa Landmine Monitor
è coordinata da un gruppo ristretto di cinque organizzazioni della ICBL.
Human Rights Watch è l'organizzazione principale e le altre sono Handicap
International Belgio, Kenya Coalition Against Landmines, Mines Action Canada e
Norwegian People’s Aid.